Fontana vecchia

La fontana vecchia.

 

La Fontana Vecchia è situata nella parte bassa del paese e fu la prima fontana di San Mango d’ Aquino.

E’ stata restaurata nel mese di marzo 2002 per volere dell’ Amministrazione Comunale ed inaugurata nel mese di giugno 2002.

Durante l’inaugurazione il Sindaco ha fatto tagliare un nastro tricolore ad una bambina, sono stati invitati dei gruppi folcloristici di ballerini e trampolieri che si sono esibiti per noi, hanno anche fatto uscire del vino da una delle vecchie bocche di leone dove anticamente scorreva l’acqua.

Davanti alla fontana è stato creato un colonnato coperto, ornato con aiuole ricche di fiori e piante ornamentali ed illuminato, di sera, con vari lampioncini.

Sulla fontana si trova una lastra di marmo verde su cui sono stati incisi quattro versi della famosa poesia “’A funtana vecchja” scritta  dal grande poeta dialettale  Eugenio Chieffallo:

 

“…l’acqua mo’ l’hamu ‘n casa juarnu e notte

nuddhu te porta cchjù chiru rispettu:

sulu ppe’ mie rimani sempre amata;

cara funtana mia, vecchja antenata…”

 

 

Anticamente per accedere alla fontana era necessario scendere alcuni gradini in quanto il pavimento davanti ad essa era più basso dell’ antica via comunale adiacente.

 Comunque, nonostante i vari interventi di ristrutturazione, il punto d’ uscita dell’ acqua non è stato mai modificato.

Da recente è stato spostato il punto di presa dell’ acqua, e portato all’esterno per mezzo di tubi in plastica, collegati a due fontane identiche: due teste di leone dalla cui bocca sgorga l’acqua della sorgente.

Una volta, davanti alla fontana c’era un orto e dove adesso c’è la strada c’era un altro piccolo pezzo di terra con un grande albero di noce.

Da sempre la Fontana ha rappresentato un luogo di ritrovo per la gente del paese, soprattutto quando le case erano sprovviste d’ acqua e ognuno doveva recarsi alle fonti per attingere l’ acqua necessaria.

La Fontana Vecchia si affaccia sulla Valle del Savuto e da essa si può ammirare un vasto orizzonte, che va dal mare alle montagne della Sila ed offre allo spettatore un’immagine naturale di una bellezza indescrivibile, cara a tutti i sammanghesi ed ancor più cara a quanti, spinti dal destino verso terre lontane, ne conservano gelosamente il ricordo nella loro mente e nel loro cuore. 

 

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