La Madonna della Buda


Il titolo di "Madonna della Buda" viene attribuito a Maria SS. Delle Grazie e deriva da un culto particolare, che trae origine dall’apparizione della Vergine in tale località, sita a piè del paese, laddove la collina digrada dolcemente verso la valle del Savuto. Ed a sua volta, traendo la denominazione dalla tradizione religiosa, la modesta pianura, che ivi s’estende, è detta "Piano della Madonna".
La festa della Madonna della Buda ha luogo il primo sabato e la prima domenica di giugno, conservando intatta una tradizione, cui il popolo sammanghese è affettuosamente legato.
Il mattino di sabato il paese è svegliato dal suono festoso delle campane e dal canto delle "verginedde", magnifica usanza risalente a tempi lontani, ma ancor oggi conservata e sentita.
La processione muove dalla Chiesa Madre e segue l’antico percorso, la "via della Madonna", come viene chiamato, mantenendo inalterati i più suggestivi caratteri della festa paesana, col suo senso di spontanea e schietta allegria, con la sua sfavillante varietà di colori, con la sua fede semplice ed incontaminata: elementi forse anacronistici per la nostra età, che è presa dalla foga di una vita concitata e disdegna sì profondi valori…
Le note della banda musicale si diffondono con armonia e, quando essa tace, il canto delle verginelle che accompagnano la Vergine echeggia per la campagna, mentre nei tratti più impervi del percorso s’odono i "tummarinari", il suono del tamburo e della cassa, che scandiscono un ritmo veloce e movimentato.
Le donne che seguono la processione, portano sulla testa i canestri con la tradizionale frittata, piatto caratteristico di questo giorno, da consumare nei campi dopo la conclusione del rito religioso.
Sono pochi coloro che tornano in paese prima di sera: il sabato della "Madonna di Giugno" è festa della campagna, che per l’occasione veste i suoi prati del verde più vivo, ricopre i suoi alberi dei fiori più profumati, dissemina tra le sue messi, quasi mature, il rosso fiammeggiante di mille papaveri.
La processione ha termine nella chiesa della Buda, dove, appena s’arriva, viene celebrata la Messa. Dopo, ciascuno raggiungerà il proprio campo, in cui pranzerà e trascorrerà lietamente il resto della giornata.
La statua della Vergine viene lasciata nella chiesetta fino a domenica e durante la notte è vegliata dagli abitanti delle campagne e da non pochi altri sammanghesi, che torneranno in paese con la processione dell’indomani. Sul sagrato viene acceso un fuoco, che rischiara le tenebre della notte: intorno ad esso suoni vivaci di "organetti" e di fisarmoniche, danze e canti di ieri e di oggi, giovani e vecchi in spensierata allegria.
Proprio alla notte fra sabato e domenica di molti anni orsono, la tradizione fa risalire un’altra leggenda, che narra del tentativo, compiuto dagli abitanti di Savuto, d’impadronirsi del simulacro della Vergine.
Tra i due paesi non correva buon sangue, in quanto Savuto aveva avanzato la pretesa d’edificare la chiesa, all’epoca delle apparizioni, trovandosi più vicina al luogo in cui esse erano avvenute. Si era allora stabilito d’affidare la costruzione del tempio a quello fra i due centri i cui abitanti, partiti nello stesso momento dall’abitato, fossero arrivati per primi alla Buda; e l’onore era toccato a Sammanghesi i quali, pur dovendo percorrere un tragitto più lungo, erano arrivati per primi, dacchè una grande ed improvvisa piena del Savuto aveva bloccato gli avversari sull’altra sponda.
La leggenda attribuisce, ancora una volta, allo stesso fiume il fallimento del secondo tentativo degli abitanti di Savuto, che, giunti alla riva di questo, non poterono guadarlo perché le acque erano diventate minacciose, mentre la statua che portavano era divenuta pesantissima, tanto da costringerli a riportarla indietro.
Da questa leggenda traeva origine l’usanza, conservata sino a pochi anni orsono, per cui i cittadini di San Mango, forniti del porto d’armi, scortavano la Madonna con il fucile in spalla: ma in segno di pace – alla festa affluisce tuttora molta gente di Savuto, che ha un particolare culto per la Madonna della Buda – nelle canne delle armi, portate senza munizioni, venivano posti dei candidi gigli.
Domenica la festa si trasferisce in paese: il sindaco, per tradizione, scende alla Buda, da dove ha inizio la processione di ritorno, mentre il parroco riceve solennemente la Vergine alle prime case dell’abitato.
E la processione, fino a questo punto spiccatamente "campagnola", allietata dal suono di "organetti", zampogne e "tumbari", acquista un tono diverso, più ieratico e maestoso, mentre le note della banda s’uniscono a quelle dei più umili strumenti musicali "agresti".
La festa si conclude con la celebrazione della Messa, nella chiesa madre. Non possiamo chiudere la nostra esposizione senza ricordare – a conferma del grande attaccamento che lega i Sammanghesi a questa tradizione – che negli stessi giorni, primo sabato e prima domenica di giugno, la festa della Buda viene celebrata anche negli Stati Uniti d’America.
A Scranton, nello stato della Pennsylvania, la comunità sammanghese ivi particolarmente numerosa e riunita nella "San Mango d’Aquino Society", annualmente si dà appuntamento al completo, unitamente ai compaesani dei centri vicini, in un terreno poco distante dalla città, sul quale sorge una cappellina in onore della Vergine. In questo luogo – osservando rigorosamente la tradizione ed in comunione ideale con le celebrazioni di San Mango – si svolge la festa della Madonna, con l’ardore d’una festa rimasta intatta anche oltreoceano.
Tutto al mondo si può distruggere, tranne i valori ideali dello spirito: lungi dall’essere sopraffatti dai colpi della vita, sono essi a piegare la realtà, la più dura, infrangendo le barriere dello spazio e del tempo. Vittoria dal gusto amaro, che ha un suo prezzo: la nostalgia diffonde nei petti un’accorata malinconia, che rode l’anima e fa sanguinare il cuore… Le <> L’usanza trae origine da una promessa votiva fatta alla Madonna per una grazia ricevuta e nasce dall’esigenza di manifestare pubblicamente la propria gratitudine e la propria fede. Il ringraziamento vero e proprio è un (www.SanMango.net) (www.SanMango.net) p.19 compito che viene affidato al gruppo di dodici bambine, al di sotto dei tredici anni, che formano la <>; la loro innocenza apre le porte del cielo, cui il semplice animo popolare ha coscienza di non potersi accostare a causa del peccato che avvince spesso gli uomini. I due giorni della festa sono i più indicati per sciogliere il voto delle <>; ma la tradizione consente di farlo anche nei giorni di mercoledì e sabato del mese di maggio, dedicato dalla Chiesa al culto della Vergine. Il gruppo delle bambine, invitate in anticipo, si riunisce al mattino in casa di colei che ha provveduto a formarlo; ogni fanciulla porta sulla testa una corona di rose e fiori freschi, che ciascuna ha curato di preparare il giorno precedente. Di qua, in fila, e cantando le strofette che di seguito riportiamo, esse s’avviano in chiesa, dove ascoltano la messa, dopo della quale, sempre in fila cantando, scendono verso la Buda, seguendo la tradizionale <>: lungo quest’ultima, così detta perché è il tragitto percorso dalla processione, sorgono le <>, cappelline erette in varie epoche a testimonianza di grazie ricevute, e dinnanzi a ciascuna di esse la <> si ferma e s’inginocchia, al canto delle strofi particolari di saluto. All’arrivo nella chiesa della Buda, si compie un rito significativo quanto antico: salutata la Vergine, ciascuna <>, reggendo in mano una foglia d’arancio con sopra uno stoppino acceso, percorre – col gruppo – lo spazio della porta principale all’altare cantando le strofette finali, invocanti salvezza per l’anima, in un contesto di termini difficili da spiegare. Parimenti difficile riesce comprendere appieno il senso di tale rito, che probabilmente simboleggia la conclusione del ringraziamento e la pioggia di grazie che scende dal cielo sulle anime innocenti; non è escluso un riferimento alla Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese sui Dodici e sulla Madonna nel cenacolo, sotto forma di lingue di fuoco, pegno d’amore e di salvezza per l’intera umanità. Ma non è molto importante la ricerca minuziosa di origini e significati, se si sa guardare la realtà. L’espressione solenne ed innocente delle bambine, che sembrano essere coscienti dell’importanza del compito loro affidato, l’ambiente semplice della chiesa senza ornamenti preziosi, in cui si spande il soave profumo d’arancio, spingono l’animo alla riflessione, spianano le asperità dei cuori più duri, offrono anche ai più esacerbati un attimo di misteriosa serenità; dinnanzi a ciò, ogni spiegazione diventa superflua… Al termine, concluso il rito e rimaste un po’ a pregare e ad ornare la chiesa con fiori, le verginelle depongono sull’altare le loro corone e riprendono, sempre a piedi, la via del ritorno, cantando le strofette che annunciano la conclusione del rito, mentre, in segno di rispetto, al loro arrivo in paese, ogni porta s’apre al loro passaggio, così come era avvenuto al mattino. (www.SanMango.net) (www.SanMango.net) p.20 A pranzo esse rimarranno ospiti di colei che ha sciolto il voto, trattate con ogni riguardo, come si conviene. Ancora oggi questa usanza è molto sentita, e ogni anno si sente echeggiare il canto delle verginelle abbastanza di frequente nei giorni indicati. Questo stesso abbiamo voluto riportare integralmente, perché almeno resti su un foglio per il giorno in cui gli uomini non crederanno più a questi valori, e la voce delle <> non s’udrà più per le strade e tra il verde dei prati in fiore…

San Mango d’Aquino-storia folklore tradizioni poesia

A.Orlando – A.Sposato - Rubbettino Editore 1977

 

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