Introduzione
Le tradizioni legate a particolari celebrazioni religiose sono molto sentite
in San Mango, e resistono validamente anche nel tempo odierno: nonostante
l’uomo sia visto, oggi, in una dimensione diversa, nell’animo meridionale,
estremamente sensibile ed incline al sentimentalismo, la religione dei padri
occupa ancora un posto di primaria importanza.
Da più parti si guarda con un certo scetticismo alle varie manifestazioni
tradizionali, osservando che in tal modo si coglie del cristianesimo solo l’aspetto
esteriore e sentimentale: e questo è vero.
Ma bisogna osservare che molte
tradizioni non sono soltanto vuota esteriorità: la commozione d’un popolo
intero, la sua fede schietta e sentita – anche se non sempre espressa in modo
ortodosso – il suo fermo credo in profondi valori, che l’animo dei più avverte
senza porsi complessi problemi teologico-razionali, tutto ciò ha radici ben più
profonde di quanto non si riesca a vedere, è espressione d’una genuina
semplicità, che non può non richiamare i più significativi tratti evangelici.
Trattando delle ricorrenze tradizionali più sentite in
San Mango, si è inteso non solo conservare per i posteri
il patrimonio delle memorie popolari, onde impedire che
l’oblio dei tempi stenda su di esse il suo buio velo, ma
soprattutto evidenziare i caratteri di semplicità, di
altruismo, di bontà e di fede, che distinguono i
Sammanghesi, nonché gli alti valori morali e spirituali,
ancora gelosamente custoditi dal popolo.
Un popolo che vive, che soffre, che ama, che
acquisisce con duro sacrificio la coscienza di lavoro e,
quando la terra diviene sempre più avara dei già scarsi
frutti, accetta con consapevolezza e dignità il proprio
destino, incamminandosi per le strade del mondo.
E come in passato i suoi padri, anche oggi l’oscuro figlio di
San Mango lascia i luoghi natii con la tormentata
nostalgia dell’emigrante, portando con sé il ricordo dei
propri cari rimasti ad attendere, l’immagine dei monti
che si stagliano nell’azzurro del cielo, e del verde
della valle del Savuto, spruzzata dall’argenteo riflesso
degli ulivi e del giallo fiore della ginestra.
Ma porta nell’animo anche il bruciante
desiderio di poter tornare, un giorno, nella sua terra
amara e bella, culla di sogni e di speranze, i cui
tratti né la lontananza né il tempo riusciranno mai a
cancellare dal cuore.
L’eco di questa terra, brandelli dei ricordi
più cari vorremo far giungere a ciascun figlio di San
Mango, per riannodare quei legami ideali tanto profondi
e sentiti; perché queste realtà vive e palpitanti
infrangano le barriere dell’indifferenza e siano la voce
di questa comunità, granello di sabbia nell’arido
deserto del mondo…
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