Il territorio comunale nel 1800

Da ricerche di Francesco Torchia
 

 

Il territorio di San Mango d’Aquino, della superficie complessiva di circa 2100 tomolate pari a 700 ha, è formato da una falda di larghezza quasi uguale ed in media di 1500 mt. che partendo dalla quota di circa 1100 mt. S.l.m. arriva alla quota di circa mt.100 nell’alveo del fiume savuto. L’Ubicazione dell’abitato separa approssimativamente la zona collinosa da quella montagnosa. La zona collinare si sviluppa in dolce pendio che si alterna a tratti pianeggianti. Essa è costituita da terreni profondi, compatti di natura argillosa in cui si pratica la coltivazione intensiva con discrete concimazioni. In essa si notano esclusivamente le colture che predominano nel territorio. Può ritenersi, quindi, la parte più redditizia per il comune. Essa è percorsa da numerose e buone strade vicinali ed in diversi punti di essa i fondi sono dotati di fabbricati rurali i più dei quali ad un piano e costruiti in terriccio misto a calce. Detti fabbricati vengono utilizzati sia per la dimora dei proprietari che per la manipolazione e conservazione dei prodotti.

Nella zona collinare si notano sorgenti discretamente abbondanti e le cui acque raccolte in vasche di terriccio lisciate con fango, vengono utilizzate per la irrigazione dei campi. La irrigazione nella parte del fiume Savuto viene praticata a mezzo delle acque derivate dal fiume stesso a mezzo di lunghi canali realizzati ai confini delle numerose piccole proprietà.

Nelle immediate vicinanze del paese e nella parte sud-ovest esiste solo la sorgiva denominata “vecchia fontana del Casale” che serve principalmente come dotazione idrica dell’abitato. All’interno dell’abitato non esistono falde freatiche. La dotazione idrica dell’abitato viene assicurata anche dalla fontana che si trova lungo la via “sette dolori”. Nella parte nord-ovest della zona piano vi è un’altra falda freatica che viene usata a scopo irriguo principalmente dagli abitanti del “piano della fontana”.

Nella zona montagnosa rimane il suolo coltivabile e costituito da terreni sciolti, poco profondi e con sottofondo pietroso. Tale zona ha inizio dall’abitato e dal piedimonte del versante del torrente “casale”. I confini del vasto corpo di terreno c’è li descrive il sacerdote Giuseppeantonio ferrari: Si deve dunque e sotto nome di montagna intendere tutto quel territorio, che viene oggi circoscritto, siccome lo è stato sempre, dai seguenti confini, e senza dubbio lo erano nel 1591.

CONFINI

1° da oriente viene confinata dai beni dell’ex cattedrale della città di Martorano rendenti a quel Capitolo.

2° dalla parte di tramontana dal fiume Gavice, detto volgarmente fiume del Casale;

3° dalla parte d’occidente dai beni appartenenti una volta alla Commenda di malta sotto nome Santoquaranta, che oggi appartengono ad altri particolari, ed anche alla via pubblica del territorio di Nocera;

4° dalla parte di mezzo giorno confina finalmente coi medesimi beni appartenenti a detta Commenda, ed oggi appartengono a detto demanio e si nominano i Faggi per la ragione ch’è un vastissimo territorio alberato di Faggi, e sotto altra denominazione di Piano del corvo. Essa è solcata da alcune zone boschive di scarsa importanza ai fini di produzione industriale di legname.

Scarsa è la viabilità costituita soltanto da due mulattiere che tagliano longitudinalmente i terreni: la prima partendo dalla via “casale sottano” incontra in incrocio dei mulini una biforcazione dalla quale una conduce una alla zona “Vitriolo” e da questa a Martirano ed a Nicastro attraverso la "Campo di Maggio e S. Mazzeo", l’altra conduce nella zona Fiumicello montagna nel comune di Martirano; nei pressi dei mulini la mulattiera per Fiumicello si dirama nel territorio di S. Mango e attraversato il torrente casale nella parte dell’attuale briglia oltrepassata a mezzo di un passaggio di fortuna realizzato con l’accostamento di tre quattro piante di castagno o di ontano e con gli interstizi chiusi da verghe e ramaglia varia delle stesse piante e dei correnti in senso trasversale che assicurano rigidezza e con un sovrastante strato di terriccio misto a fango, sale a pendenza costante sino alla zona montagna del corvo; la seconda partendo dalla chiesa di “S. Giuseppe” sale fino alla zona serra denominato passo di Angelo Renzo, indi discende a picco nel casale ove il passaggio viene assicurato da un ponticello di fortuna in legno con le stesse caratteristiche di quello posto più su e quindi sale a destra.

Quasi ai piedi della zona piedemontana è posto il bivio “Angotti” ove una strada sale verso la montagna ed una con andamento pianeggiante si diparte verso la zona “maletta” alias mensa; Un’altra strada mulattiera portava a Nocera ed a Falerna e partendo dalla Serra, raggiungeva la zona Fucino-Santoquaranta e più giù attraversava i ponti e quindi si arrivava alla Chiesa dei minori Conventuali in Nocera. Da questa ci si immetteva nella “cistolana” partendo dal Rione “viviari”, si attraversava il Rivale, si costeggiava la riva sinistra dello stesso, si saliva alla località “Fangiano”, donde col nome di “cava Mannella” si proseguiva per Falerna. Un’altra mulattiera conduceva alla marina di Nocera attraverso la comunale del serrato che segue ne più ne meno la linea di cresta del versante del Casale denominato Grande in territorio di Nocera. Tali vie data la eccessiva pendenza d’inverno divenivano impraticabili e si presentano di difficile manutenzione, mentre dalla metà della primavera si trasformavano in viali deliziosi fiancheggiati da una superba flora costituite da querce, castagne e sotto l’ombra dei quali si respirava un’aria pura e salubre. Pochi ed insufficienti sono i fabbricati colonici. Lungo la falda e precisamente nei punti meno pietrosi si notano quasi solo ed esclusivamente terreni di natura seminatoria Sulla cresta denominata serra vi è posta una mulattiera che solcando tutto il territorio comunale consente di raggiungere Nocera per mezzo di due mulattiere: la prima mediante l’attraversamento del casale in localita’ fucino-santoquaranta e l’altra mediante il passo della foresta. In genere quasi tutte le proprieta’ confinano con strade pubbliche e la presenza della scarsa distribuzione della rete viaria all’interno del territorio comunale nella parte posta a monte del torrente casale induce a ritenere che le proprietà ivi presenti erano di vaste dimensioni in termini di superfcie: sulla parte confinante con l’arenile del Casale si affacciavano le proprietà del Sig. Bruno Angotti e del sig. Moraca Odoardo, la prima estesa circa 55 tomolate e la seconda estesa circa 33 tomolate. Nella proprietà Angotti il 1873 subentrava De Medici carmine; due tomolate venivano acquistate da tale Moraca Angelo e nel 1895 ai De Medici subentravano i Fratelli Gaetano ed Antonio Amelio, una parte successivamente perveniva ai f.lli Lanzo.

 

 

 

© Sanmangomia.it - Webmaster: Pasquale Vaccaro