'A strina

 

La “Strina” trasposizione dialettale dell'italiano “strenna”, assume anche in dialetto il significato di “regalo”. In stretta connessione con la ricorrenza del Capodanno, la mattinata del 31 dicembre, fino a qualche anno addietro, questa occasione aveva un suo particolare tratto: i ragazzi si riunivano in gruppetti e facevano il giro delle case dei parenti, degli amici, dei “cumpari” (padrini del battesimo e della cresima), portando un paniere, nel quale mettevano i dolci ricevuti in regalo.

Significato più complesso, segno di affetto, stima, rispetto, assume la “strina” vera e propria, che costituisce un modo antico e spontaneo di porgere gli auguri per l'anno nuovo, trascorrendo, in allegria la notte di San Silvestro.

La tradizione resiste ancora oggi rinvigorita dall'entusiasmo dei giovani, acquisendo un tono particolarmente vivace inserita nella realtà di oggi.

La sera del 31 dicembre dopo avere cenato con la famiglia ed i parenti, riunitisi per l’occasione in una casa del “parentato”, i giovani si danno appuntamento per andare a cantare “’A strina!”. Alcuni di loro portano chitarre, fisarmoniche, organetti ed altri strumenti musicali che servono per intonare le note, gli altri cantano.

Il canto augurale della “strina” viene eseguito presso le abitazioni di amici. Senza che questi ne sappiano nulla, i giovani si recano presso l’abitazione prescelta in assoluto silenzio, e qui cominciano ad intonare le note del melodioso canto accompagnati da un robusto coro. Eseguono una serie di strofette dedicate a tutte le persone che compongono la famiglia, augurandogli ogni bene, si prosegue con altre strofe augurali per l’intero nucleo familiare auspicanti bene, felicità, abbondanza e quanto altro si puo’ desiderare. Il canto viene chiuso con l'ultima strofa detta “'da’ vurpa”, nella quale si sollecita il padrone di casa ad offrire qualcosa da bere, perché il canto non può continuare a gola asciutta.

La porta viene aperta dal capofamiglia con attorno i suoi, cari. Gli “strinari” entrano e ad uno ad uno porgono gli auguri a tutti i componenti la famiglia con un poderosi abbracci e baci. In casa si continua a fare allegramente baldoria intonando altre canzoni con la partecipazione anche dei padroni di casa.

Gli “strinari”, fino a qualche tempo fa visitavano piu’ case di amici nella stessa nottata, da qualche tempo, invece, prevale l’abitudine di trascorrere il resto della nottata in una sola casa, estendendo, ovviamente la strina a piu’ serate.

La visita viene conclusa con il canto dei alcune strofette di commiato con le quali si rinnovano gli auguri all’intero nucleo familiare.

Fino a una decina di anni addietro non mancava all'appuntamento della strina la banda musicale, le cui note sovrastavano la musica di ogni altro gruppo. La banda iniziava il “giro” dalla casa del sindaco.  

 

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